I compensi agli amministratori

24.10.2017

Il tema dell'erogazione dei compensi agli amministratori delle associazioni, siano esse culturali o sportive, genera da sempre molti dubbi, sia per la mancanza di norme di legge che di prassi giurisprudenziale. Unico riferimento rimane l'isolata Risoluzione n. 9/2007 che avrebbe però bisogno di essere aggiornata alla situazione attuale.

La prima criticità, oltre al corretto inquadramento fiscale e previdenziale, risiede nell'assegnazione del ruolo parallelo a quello di Legale rappresentante o membro del Direttivo.

Congiuntamente a tali fattispecie bisogna verificare anche il connesso problema della distribuzione indiretta e/o occulta degli utili.

L'associazione dovrà quindi dimostrare che i compensi erogati sono frutto di un'attività diversa rispetto a quella legata alla caria di membro del CdA e si dovranno tener conto di alcuni accorgimenti al fine di considerare corrette le somme erogate sia in proporzione alle disponibilità economiche dell'ente che in base al tempo dedicato. Quest'ultimo aspetto si connette al rischio di considerare come professionale l'attività svolta nel caso in cui occupi gran parte delle giornate lavorative, con il rischio di generare risvolti in ambito previdenziale e fiscale.

Ricordate che l'art 10, co. 6, D.lgs. 460/1997 permette la corresponsione di stipendi e salari nelle associazioni purché non siano superiori del 20% al CCNL applicabile per le medesime qualifiche. Inoltre un ulteriore limite fornito dal DPR 645/1994 è il limite massimo dei compensi erogabili pari a 41.000€.

Anche i rimborsi spese possono essere considerati atti a nascondere indirete distribuzioni degli utili quando siano molto elevati, concentrati su poche persone e sproporzionati rispetto alle entrate associative.

Si tratta certamente di un tema complesso, lo Studio resta a disposizione per approfondimenti in materia.